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L.4 marzo 1958, n. 127 e L. 5 giugno 1962, n. 616). Invero, pronunciandosi in ordine a queste ultime ipotesi criminose, la Corte costituzionale (rispettivamente con la sent. n. 198 del 1982 e la sent. n. 42 del 1966) ha riconosciuto il fondamento colposo della responsabilità; ed anche questa Corte ha individuato nella colpa il fondamento della responsabilità prevista dal nuovo testo dell'art. 57 cod. pen. (Sez. Un., 18 novembre 1958 n. 18, Clementi, m. 98038).
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Quanto alla funzione delle previsioni normative, si è rilevato - oltre al fatto che nella parte generale del codice penale del 1930 sono numerose le norme superflue - che l'art. 586 cod. pen., non si limita a ribadire i principi generali, ma sancisce anche un aggravamento della pena irrogabile per l'omicidio e le lesioni colpose, mentre l'art. 83 c.p. fu introdotto allo scopo di impedire una imputazione dolosa di ipotesi ordinarie di fatti colposi.
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Inoltre, nelle intenzioni del legislatore storico, l'art. 83 c.p., comma 2 aveva una finalità meramente dichiarativa, cioè quella di "non lasciare alcun dubbio sull'applicabilità della regola sul concorso di reati" (cfr. la Relazione del Guardasigilli sul progetto definitivo, in Lav. Prep., vol. 5, parte 1, p. 138).
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In ogni caso, nella alternativa tra una interpretazione che assegni ad una disposizione una funzione innovativa, ma costituzionalmente inaccettabile, ed una diversa interpretazione che le assegni una funzione meramente esplicativa di principi altrove affermati, ma compatibile con il dettato costituzionale, si deve optare per la seconda, tanto più se essa è in linea con l'intenzione del legislatore e compatibile con la lettera della legge.
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Quanto al terzo argomento, si è osservato che dall'analisi dei lavori preparatori emerge che con il testo definitivo dell'art. 586 c.p. si intese invece attenuare l'asprezza sanzionatoria originariamente introdotta nel progetto preliminare per l'ipotesi di morte o lesioni quale conseguenza non voluta di altro delitto, e che la previsione dell'aberratio delicti venne inserita nel progetto definitivo allo scopo di evitare che "potesse (...) giungersi ad un trattamento troppo severo, elevando a casi di responsabilità dolosa ed obiettiva ipotesi ordinarie di fatti colposi" (cfr. la Relazione del Guardasigilli sul progetto definitivo, in Lav. Prep., vol. 5, parte 1, p. 135).
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Del resto, anche durante i lavori della Commissione Parlamentare, fu più volte sottolineata l'opportunità di riservare all'aberratio delicti un trattamento sanzionatorio meno rigoroso di quello previsto per l'aberratio ictus. 6.1.
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Un secondo orientamento ravvisa nella fattispecie prevista dall'art. 586 cod. pen. una responsabilità per colpa specifica, fondata sulla inosservanza della norma penale incriminatrice del reato base doloso.
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Si è affermato, in questo senso, che l'art. 586 c.p. "è norma di chiusura e di rafforzamento del sistema di tutela della vita e della incolumità fisica e trova applicazione ogni qual volta la morte sia conseguenza non voluta di un delitto doloso qualunque ne sia la natura, e, quindi, anche quando il fatto tipico, di per sè, non costituisca pericolo per il bene giuridico protetto, sempre che tra l'illecito comportamento del soggetto e l'evento non voluto (morte o lesione) sussista un rapporto di causalità materiale.
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L'evento lesivo, conseguente dal delitto doloso commesso, è imputato al colpevole, a titolo di colpa, per violazione di legge, perchè l'art. 43 cod. pen. annovera tra i criteri di qualificazione dei comportamenti colposi (in aggiunta alla imprudenza, imperizia e negligenza), anche l'inosservanza della legge.
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Invero tale espressione non limita questo modo di essere della colpa alla sola violazione di legge a carattere squisitamente o esclusivamente cautelare, ma comprende anche la violazione delle stesse norme penali incriminatrici, mentre l'art. 586 c.p. attribuisce alle disposizioni incriminatrici, che prevedono i singoli delitti, oltre la funzione loro propria di tutela del singolo bene, anche il carattere ulteriore ed accessorio di norme che mirano a prevenire, attraverso la sanzione penale, l'eventuale lesione di beni giuridici, tutelati mediante le ipotesi di reato colposo, che possono essere prodotte a causa della commissione dei delitti dolosi" (così Sez. 1, 2.4.1986, Navarino, m. 174058; nello stesso senso Sez. 4, 11.1.1995, Masser, m. 201242; secondo cui la commissione stessa del reato doloso si pone come ipotesi di colpa specifica, sicchè non è necessaria la presenza in concreto di una colpa generica; Sez. 3, 6.12.1995, Sonderegger, m. 204469).
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Con particolare riguardo all'ipotesi di morte conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti, si è sostenuto che l'evento morte è addebitato al fornitore, anche non immediato, della sostanza, a norma dell'art. 586 c.p., a titolo di colpa, consistita nella violazione della legge sullo spaccio di stupefacenti e nella conseguente prevedibilità dell'evento letale (Sez. 5, 9.11.1988, Montoli, m. 183396; Sez. 6, 27.10.1992, Nicolace, m. 193239; Sez. 6, 11.3.1994, Melotto, m. 197848).
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