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“Nel caso di morte derivata dall’assunzione di sostanza stupefacente, va affermata la responsabilità del fornitore ai sensi dell’art. 586 codice penale.

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A tal fine è sufficiente l’accertamento del nesso di causalità materiale tra la fornitura illecita, che integra pur sempre una condotta volontaria, e l’evento morte non voluto, ricollegabile etiologicamente a tale condotta secondo criteri di prevedibilità.”. (Cassazione penale, sezione VI, sentenza 2 dicembre 1988 n. 11799)

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Inoltre, nella seconda pronuncia il Supremo Collegio ha stabilito che: “La responsabilità che l’art. 586 codice penale prevede quando la morte o la lesione di una persona derivi dalla commissione di un delitto doloso come conseguenza non voluta dal colpevole, non abbisogna di indagini sugli estremi di colpa in relazione all’evento non voluto, purchè l’evento diverso ed ulteriore verificatosi sia comunque collegato eziologicamente alla condotta precedente, essendo posto a carico dell’agente attraverso la riaffermazione del principio di cui all’art. 40 codice penale.

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Ne consegue che, in caso di morte sopravvenuta, e sicuramente prevedibile, a seguito di assunzione di eroina, risponde di tale evento non solo colui che ha ceduto direttamente alla vittima la predetta sostanza stupefacente, ma anche l’originario fornitore una volta che sia stato identificato.

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(Cassazione penale, sezione VI, sentenza 15 dicembre 1988, n. 12482)

L’articolo 586 c.p. presuppone, comunque, un fatto antigiuridico e colpevole.

Secondo una parte della dottrina l’art. 586 c.p. sarebbe un’ipotesi di responsabilità dolosa mista a colpa, da accertare con il parametro della prevedibilità dell’evento non voluto.

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Si veda in senso contrario la Cassazione penale, sez. V, sentenza 7 febbraio 2006, n. 14302:

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In tema di responsabilità penale per morte o lesioni costituenti conseguenza non voluta di altro delitto doloso (art. 586 c.p.), si deve ritenere sussistente la responsabilità non sulla base del mero rapporto di causalità materiale (purché non interrotto ai sensi dell'art. 41 comma 2 c.p., da eccezionali fattori eziologici sopravvenuti) fra la precedente condotta e l'evento diverso ed ulteriore, ma solo allorquando si accerti la sussistenza di un coefficiente di "prevedibilità" della morte o delle lesioni, sì da potersene dedurre una forma di "responsabilità per colpa".

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Per una particolare ipotesi di riduzione della pena, si veda l’art. 81 D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 che dispone:

“Quando l’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope abbia cagionato la morte o lesioni personali dell’assuntore e taluno, per aver determinato o comunque agevolato l’uso di sostanze, debba rispondere ai sensi degli articoli 586, 589 o 590 del codice penale, le pene stabilite da tali articoli, nonché quelle stabilite per i reati previsti dal presente testo unico, eventualmente commesse nella predetta attività di determinazione o agevolazione, sono ridotte dalla metà a due terzi se il colpevole ha prestato assistenza alla persona offesa ed ha tempestivamente informato l’autorità sanitaria o di polizia”.

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