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La tecnica legislativa, attraverso cui si è pervenuti alla depenalizzazione della mera detenzione di sostanze stupefacenti è desumibile dalla lettera dell’art. 75 della legge del 2006:

Chiunque illecitamente importa, esporta, acquista, riceve a qualsiasi titolo o comunque detiene sostanze stupefacenti o psicotrope fuori dalle ipotesi di cui all’articolo 73 e 72, è sottoposto, per un periodo non inferiore a un mese e non superiore a un anno, a una o più delle seguenti sanzioni amministrative:

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Commette reato chi coltiva in casa anche solo qualche “piantina” di marijuana ! Va necessariamente premesso che, l’articolo 73 D.P.R. 309/90 prevede come reato la produzione di sostanze stupefacenti e, quindi, anche la "coltivazione" in appartamento o in serre apposite di marijuana, oppiacei ed altre piante destinate al consumo di droghe . - studio legale diritto penale

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Secondo la Cass SS.UU. 24 Aprile 2008, n. 286 deve ritenersi esclusa l’offensività della condotta, in rapporto all’uso di sostanze stupefacenti, quando la quantità della sostanza sia talmente esigua, da escludere l’efficacia drogante del prodotto.

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La contestazione del provvedimento del GIP di convalida dell’arresto potrà avvenire solo attraverso l’utilizzo di argomenti di puro diritto e, pertanto, troverà il suo sbocco naturale nel ricorso per cassazione, che si caratterizza per la sua natura d’istanza a un Giudice di mera legittimità.

Il Giudice, nel convalidare l’arresto dovrà tener conto della gravità del fatto e della pericolosità del soggetto, anche in rapporto alla sua personalità e alle circostanze del fatto. (Cass. pen, Sez. IV, 22-02-2007).

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Il carattere totalmente favorevole alla posizione della Difesa, proprio dell’orientamento della giurisprudenza più recente può far sorgere qualche dubbio, dovendosi riflettere sul fatto che, in tal maniera, si omologano fattispecie concrete, che possono effettivamente essere diversificate fra esse, anche in rapporto al tipo di sostanza stupefacente, che viene in considerazione, nonché ad eventuali precedenti del soggetto, sorpreso a detenere una sostanza stupefacente. In ogni modo, non può non tenersi conto del recente orientamento espresso dalla Cassazione.

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Il ragazzo in questione, durante l'ordinario controllo dei carabinieri, era stato trovato impegnato su internet in un collegamento - tramite Facebook - proprio con il coimputato del delitto di produzione, detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, reato per il quale era stato condannato!

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Il problema centrale dell’istituto giuridico disciplinato dalla norma dell’art. 586 c.p. è costituito dall’individuazione del rapporto tra il delitto doloso di base e l’evento di morte o di lesione non voluto.

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La norma di cui all’art. 586 c.p. si differenzia dall’art. 83 c.p. in quanto la prima prevede che la responsabilità per il secondo evento non sia subordinata all’indagine sull’errore dei mezzi di esecuzione del reato o sull’altra causa richiesta, al contrario, dall’art. 83 c.p.

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“In tema di morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, la morte dell’assuntore di sostanza stupefacente è imputabile alla responsabilità del cedente, sotto il profilo del nesso di causalità materiale oltre che della colpa in concreto per violazione di una regola precauzionale e con prevedibilità ed evitabilità dell’evento, qualora il cedente fosse consapevole dello stato di malessere fisico del cessionario al momento della cessione e ciò nonostante gli abbia ceduto sostanza stupefacente di alta qualità sotto il profilo della purezza”.

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La responsabilità penale per morte o lesioni costituenti conseguenza non voluta di un delitto doloso (art. 586 c.p.), deve ritenersi configurabile, attesa la indefettibilità, nell’attuale sistema normativo, del principio di colpevolezza tendenzialmente esclusivo di ogni forma di responsabilità oggettiva, solo a condizione che sussista un coefficiente di riferibilità psicologica, a titolo di colpa, dell’evento non voluto all’autore del delitto voluto.

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“Nel caso di morte derivata dall’assunzione di sostanza stupefacente, va affermata la responsabilità del fornitore ai sensi dell’art. 586 codice penale.

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L’Atto Camera n. 3774 “introduzione dell’articolo 588-bis del codice penale in materia di omicidio commesso a causa della guida in stato di ebbrezza o di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, nonché abrogazione del terzo comma dell’articolo 589 del codice penale” assegnato il 21 Dicembre 2010, esame non ancora iniziato, vorrebbe inserire dopo l’art. 588 c.p. l’art. 588 bis (omicidio commesso a causa della guida in stato di ebbrezza o di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti o psicotrope)

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Lo scrivente osserva, altresì, come LA CONFISCA RISPONDE ALL’ESIGENZA DI PUNIRE IL COLPEVOLE DI UN REATO CON L’ULTERIORE OBIETTIVO (principale od aggiuntivo) DELLA RIDISTRIBUZIONE DELLE CONSISTENZE PATRIMONIALI ILLECITAMENTE OTTENUTE.

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NEL CASO DI CONFISCA FACOLTATIVA IL GIUDICE E’ TENUTO A MOTIVARE L’ESERCIZIO DEL SUO POTERE DISCREZIONALE.

La funzione della confisca facoltativa è proprio quella tendente a prevenire la commissione di altri reati, sottraendo alla disponibilità del colpevole cose che, qualora rimanessero in suo possesso, potrebbero agevolarlo nel realizzare nuovi fatti criminosi della stessa indole.

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No. Accogliendo un appello da parte dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada in data 8 Marzo 2010 è stata presentata la proposta di legge n. 3274 “modifiche agli articoli 589, 590 e 590-bis del codice penale, in materia di omicidio colposo, lesioni personali colpose e computo delle circostanze, e all’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 2000 n. 274, in materia di competenza del giudice di pace”.

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(Cassazione penale, sezione III, sentenza 7 luglio 2010, n. 25887) Ancora in riferimento alla confisca obbligatoria, la Suprema Corte ha stabilito che: “In relazione al delitto di divulgazione di materiale pedopornografico, la confisca dello stesso e degli apparecchi di qualunque tipo ad esso riferibili ha natura obbligatoria e va disposta anche nel caso di patteggiamento o di proscioglimento per estinzione del reato, in quanto deve essere applicata non già la disciplina generale in tema di confisca prevista dall’art. 240 c.p. ma le specifiche disposizioni di cui agli art. 600 ter e 600 septies. (Cassazione penale, sezione III, sentenza 9 giugno 2006, n. 24054).

Aggiungo che proprio nell’articolo 416-bis, comma 7, c.p. il legislatore ha introdotto un’ulteriore ipotesi di confisca obbligatoria per il delitto di associazione di tipo mafioso.

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“Ai fini della confisca del veicolo (nella specie autovettura), in caso di guida in stato di ebbrezza , non può considerarsi estranea al reato la persona, diversa dal conducente e proprietaria di esso, che sia presente sul mezzo come passeggera (Fattispecie in tema di sequestro preventivo).

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Nel caso di condanna, il giudice può ordinare la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, e delle cose che ne sono il prodotto o il profitto.

È sempre disposta la confisca:

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Cassazione penale, sezione VI, sentenza 4 dicembre 2006, n. 35 Può configurarsi come confisca per equivalente anche l’istituto previsto dall’art. 19 decreto legislativo n. 23 del 2001 che reca la disciplina della responsabilità amministrativa degli enti.

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CASI DI DIRITTO PENALE 2009, pag. 107. In tema di morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, la morte dell'assuntore di sostanza stupefacente è imputabile alla responsabilità del cedente sempre che, oltre al nesso di causalità materiale, sussista la colpa in concreto per violazione di una regola precauzionale (diversa dalla norma che incrimina la condotta di cessione) e con prevedibilità ed evitabilità dell'evento, da valutarsi alla stregua dell'agente modello razionale, tenuto conto delle circostanze del caso concreto conosciute o conoscibili dall'agente reale (massima estratta da Corriere del Merito, 2009, 8-9, 887 nota di PICCIALLI). Cassazione penale Sez. Unite, (ud. 22-01-2009) 29-05-2009, n. 22676 Svolgimento del processo

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La quarta sezione penale - cui il ricorso era stato assegnato -, con ordinanza del 24.9.2008, ha rimesso alle Sezioni Unite la questione oggetto del secondo motivo di ricorso, attinente i presupposti necessari della responsabilità ex art. 586 cod. pen. per la morte o lesione di una persona come conseguenza non voluta di altro delitto doloso.

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La corte d'appello, infatti, ha fornito congrua, specifica ed adeguata motivazione sulle ragioni per le quali ha ritenuto che la sostanza stupefacente in questione fosse detenuta dall'imputato per uso non esclusivamente personale, e ciò in considerazione sia del fatto che non era stata fornita la prova di un effettivo stato di tossicodipendenza anche all'epoca del sequestro (dalla documentazione prodotta si evinceva solo una frequentazione discontinua del SDS, almeno negli anni precedenti); sia del fatto che, anche se sussistente, uno stato di tossicodipendenza non avrebbe comunque giustificato il possesso di una scorta di droga per il proprio bisogno personale, della cui necessità non erano stati forniti accettabili motivi; sia inoltre delle modalità di conservazione del quantitativo di eroina (trovato suddiviso in due distinti involucri e già miscelato con sostanza da taglio) nonchè dell'accertato possesso di un bilancino di precisione.

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La Corte ha quindi ritenuto che ai fini dell'art. 586 cod. pen. "il rapporto tra il fatto doloso (lo spaccio di sostanza stupefacente) e l'evento non voluto (la morte del tossicodipendente) è di causalità materiale, sicchè l'imputato, autore del delitto doloso, deve rispondere a titolo di colpa dell'evento morte non voluto indipendentemente o anche in assenza di qualsiasi errore o altro fatto colposo o accidentale:

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